martedì 13 gennaio 2009

LA FIBROMIALGIA

La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità. Le possibili cure sono oggetto di continui studi, la malattia è compatibile con l'attività lavorativa svolta dal soggetto debilitato.


Gli indici di infiammazione risultano nella norma. Prevalentemente interessati dal dolore sono: la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce. Al dolore cronico, che si presenta a intervalli, si associano spesso disturbi dell'umore e in particolare del sonno, nonché astenia, ovvero affaticamento cronico. Inoltre la non-risposta ai comuni antidolorifici nonché il carattere "migrante" dei dolori sono peculiari della fibromialgia. Va segnalato inoltre, come la gran parte dei sintomi è comune ad altre due sindromi imparentate con la fibromialgia: la CFS (Chronic Fatigue Syndrome, cioè sindrome da fatica cronica), e la MCS (o Sindrome da multi-sensibilità chimica). In tutte e tre, in vario grado, è possibile osservare alterazioni in senso auto-immune del sistema immunitario dell'individuo affetto.


Sono molti gli elementi che possono influenzare la percezione dei sintomi del paziente: Stato di stress, contatto con ambienti umidi o freddi, anche da un'indicazione medica errata (capita che il medico in prima istanza pensi ad una patologia proveniente dalla testa). Non esistendo esami da effettuare estrema importanza riveste ciò che il paziente può indicare al medico.


L'esame obiettivo (ovvero l'esame condotto dal medico attraverso l'uso dei cinque sensi) rimane l'esame più valido dove attraverso la pressione dei punti chiave, si comprende la presenza della malattia. altri esami vengono utilizzati soltanto nella fase avanzata (radiologia) o per escludere altre malattie di cui si presume l'esistenza (in tal caso validi gli esami bioumorali). Altri esami la scintigrafia (dinamica con tecnezio petecnetato, la forma prescelta), risonanza magnetica e l'ecografia.


Data l'impossibilità di formulare una diagnosi basata su evidenze mediche e soprattutto in considerazione della natura equivoca della fibromialgia, non esiste una terapia universalmente adottata la cui efficacia sia scientificamente provata.


Molti sono i farmaci utilizzati, come i FANS, (antinfiammatori non sterodei), ma non hanno avuto buoni risultati, molti più risultati hanno dato i miorilassanti (come la ciclobenzaprina) e la S-adenosil-metionina. I miorilassanti centrali hanno efficacia temporanea, in quanto dopo una lieve attenuazione dei sintomi dolorosi, accentuano i deficit cognitivi e percettivi spesso presenti nella sindrome.


Studi hanno dimostrato l'efficacia di antidepressivi come nel caso dell' Amitriptilina (un antidepressivo triciclico) che rimane il principio attivo di prima scelta visto anche la loro qualità di riuscire a migliorare la qualità del sonno, altri principi secondari sono Fluoxetina (inibitore selettivo della ricaptazione della serotonina più comunamente chiamati (SSRI), e la Duloxetina, i risultati appaiono discreti ma vengono dati nel breve periodo. Inoltre ultimamente viene utilizzato anche la venlafaxina, ovvero un antidepressivo che agisce sia sulla serotonina che sulla noradrenalina.


Gli integratori di calcio, magnesio, vitamine ed oligominerali non danno un beneficio reale e vengono utilizzati empiricamente, anche come forma di automedicazione, dai malati con risultati contrastanti. Il loro effetto è transitorio e ridotto o molto simile all'effetto placebo.


Gli oppiacei svolgono un ruolo marginale nel trattamento della fibromialgia, in quanto agiscono sulle vie dolorifiche a livello del sistema nervoso centrale che non sono interessate in questa sindrome che, a quanto pare, utilizza altre vie di trasmissione e controllo del dolore, per il momento ancora totalmente sconosciute.


I cortisonici, un tempo usati con facilità, sono altamente controindicati. Alcuni malati traggono beneficio da dopaminergici a bassissimo dosaggio.


Il Pregabalin è un analogo del neurotrasmettitore GABA, come il gabapentin, è indicato nel trattamento del dolore neuropatico periferico, cioè dovuto a un’anomalia anatomica e/o funzionale del meccanismo di segnalazione del dolore del sistema nervoso periferico, ma dà risultati apprezzabili solo su una percentuale minoritaria di pazienti fibromialgici, mentre sono assai diffusi pesanti effetti collaterali come sonnolenza, deficit cognitivo, alterazione della frequenza cardiaca, tremori ecc.